Dopo aver parlato di elettropompe sommerse e delle elettropompe autoclave inverter, continuiamo il nostro viaggio nel mondo dell’idraulica e dell’approvvigionamento d’acqua.
Oggi vi parlerò nuovamente di autoclavi, andando ancor di più nello specifico.
Vorrei approfittarne di questo articolo per lanciare una proposta alle aziende alle quali piacerebbe avere la nostra collaborazione, per parlare ed esporre nei nostri tutorial i loro ultimi prodotti.
Così facendo riusciamo ad istaurare nuove collaborazioni, che posso tornare utili al nostro pubblico.
Autoclave, a cosa serve?
L’autoclave è un impianto che serve ad aumentare la pressione dell’acqua potabile, permettendo anche a chi abita ai piani alti di poter soddisfare il proprio fabbisogno d’acqua. È costituito da uno o più pressostati, da una o più elettropompe comandate solitamente da un quadro che permette lo scambio e l’alternanza nel caso in cui ci sia un gruppo gemellare, da un serbatoio di accumulo acqua e da un serbatoio a pressione, comunemente chiamato “polmone”. La pompa serve a fare incrementare la pressione dell’acqua, il contenitore a pressione ha al suo interno una camera d’aria per pressurizzare l’acqua, il pressostato accende la pompa elettrica e il serbatoio serve ad accumulare l’acqua proveniente dalla rete idrica.
Autoclave, come funziona?
Dopo aver acceso la pompa elettrica, l’acqua verrà aspirata dal serbatoio di accumulo acqua e inviata al serbatoio di pressione. La pressione aumenterà notevolmente, fino al massimo, momento in cui la pompa si spegnerà automaticamente, in base alla taratura del pressostato. Quando viene aperto un rubinetto collegato, il volume dell’aria compressa incrementerà fino a fare uscire l’acqua dal rubinetto.
Come funziona invece il pressostato?
Il pressostato dell’autoclave è un dispositivo meccanico che serve ad aprire e chiudere un contatto elettrico sulla base della pressione presente. Quando è basso il pressostato è a riposo, invece quando aumenta il sistema di leve viene messo in movimento dalle membrane apposite.
Quando serve un’autoclave? Quanto costa?
Un’autoclave moderna soddisfa il fabbisogno d’acqua di un condominio intero e viene installata nei seminterrati.
E’ utile se nel palazzo la pressione dell’acqua non riesce a soddisfare le esigenze di tutti gli appartamenti. I costi variano in base alle esigenze: bisogna conoscere il numero di utenze che vanno rifornite, quanta capacità è necessaria e altri piccoli dettagli. Il costo si aggira comunque in un range che spazia dai 1.000 ai 10.000 euro. (In base alle tipologie di serbatoi, elettropompe e polmoni adottati)
Un’autoclave può essere installato anche in condomini di medio-basse altezze, le cui colonne di carico hanno diametri ridotti che non consentono un ampio flusso d’acqua. In questo caso l’autoclave sopperisce al problema aumentandone notevolmente la portata.
Trova anche applicazione per l’irrigazione di giardini ed aree verdi. In questi casi la funzione dell’autoclave è quella di fornire elevata portata d’acqua in contemporanea ad una pressione medio/bassa.
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